lunedì 15 gennaio 2007

Cerchi.

Fiera la danza dietro passi stanchi, echi di una voce feroce ora muta dal dolore che squarcia la carne e penetra le osse e strappa la fierezza.
Passi stanchi dal vigore dimenticato che col passare dei cerchi rallentano fino a quasi fermarsi per fissare meglio l'orizzonte che muore lontano ma prima di fermarsi i passi riprendono copiosi e la stanchezza diventa caparbietà per giacere nel silenzio.
La luce del sole muore e si spegne come fiamme fate tacere dall'acqua e nell'animo la voglia di lottare si abbandona all'oscura forza del grido spezzato.
La voce trema come foglie in balia di zanne feroci della tormenta e il grido si trasforma in pianto ma le lacrime si congelano su volto esausto e ormai pietrificato dal tempo.
Il cerchio diventa altri cerchi e interminabili i giri nella disperata ricerca di un a fuga ormai vana e inutile.
Fuggire? Dalla morte interiore che tutto strappa dal cuore ma non lacera la vita? e non termina il dolore? e non rompe il silenzio?
Allora in cerchi di cerchi la forza scompare e il sonno della sconfitta vince sui passi esasperati e si ferma tra mille battaglie perse e mille guerre mai iniziate.

(tratto da uno scritto di niels jansen, tradotto da juliana gioria cardoso araujo)

3 commenti:

sunshine after the rain ha detto...

Pochi sanno scrivere e lasciare un segno nella memoria ma sono orgogliosa che uno dei miei amici sia quel tipo di scrittore..ciò distingue veri scrittori da aspiranti tali...oltre allo stile forte.
Scrivere è facile ma lasciare impresse le parole è il vero compito di geni della scrittura.

Anonimo ha detto...

Lo scrivere bene è quell’arte che può dipingere il pensiero per poter parlare agli occhi. (Lucano)

Anonimo ha detto...

le ossa, non le osse